Le compravendite tornano al segno meno (-3,6%), ma il residenziale nelle grandi città cresce (+3,8%)

Le compravendite immobiliari tornano al segno meno, ma il segmento residenziale limita i danni, con le città che registrano anzi un aumento degli scambi, e il segmento produttivo-industriale in netta controtendenza. Secondo i dati diffusi dall’Osservatorio immobiliare (Omi) dell’Agenzia delle Entrate, dopo il risultato positivo dei primi tre mesi dell’anno (+1,6%), il mercato immobiliare segna, nel secondo trimestre, un nuovo calo, pari al 3,6% rispetto all’analogo periodo del 2013. Nel residenziale però la flessione è contenuta all’1% (ma il rialzo a inizio anno era stato del 4,1%) con le città capoluogo che restano in terreno positivo (+1,8% dopo il +8,8% del primo trimestre; + 3,8% i primi 8 grandi centri). Si registrano cali superiori al 5% nel settore commerciale (-5,1%), nel terziario (-6,9%) e nelle pertinenze (-5,1%).

Il dato, secondo l’Agenzia, è almeno in parte dovuto agli effetti del nuovo regime fiscale in materia di imposte di registro, ipotecaria e catastale, che è entrato in vigore dal 1° gennaio e aveva fatto posticipare dal 2013 al 2014 molte operazioni. Al netto di questo fattore, «il calo delle compravendite – nota l’Agenzia – se confrontato con i tassi tendenziali nei trimestri antecedenti quelli interessati dall’effetto del nuovo regime fiscale (ante IV trimestre 2013), risulta attenuato in tutti i settori».

I buoni segnali sul fronte dei mutui avevano lasciato sperare in una ripresa più vigorosa in ambito residenziale, ma l’ennesimo peggioramento della congiuntura economica e la pressione fiscale (dopo l’illusoria cancellazione dell’Imu) hanno fatto rivedere le aspettative a molti operatori.

Quanto alla geografia del mercato immobiliare, la flessione delle compravendite di case è più marcata al Sud, dove il calo è pari a -4,3% e più contenuta al Nord (-0,3%) con un’inversione di tendenza al Centro, dove le compravendite sono in crescita dell’1,7% rispetto al secondo trimestre del 2013. Per il settore terziario, invece, la contrazione maggiore si registra al Centro (-22,3%), seguito dal Sud (-4,3%), e in coda il Nord (-2,2%).
Calo generalizzato di vendite degli immobili commerciali in tutta la penisola, con il Sud in testa (-9%) e a breve distanza il Centro (-8,8%), in chiusura il Nord (-0,7%). Il comparto produttivo da’ segnali di ripartenza al Nord e al Centro, con volumi di vendite che salgono rispettivamente del +16,2% e del +9,1%; il Sud invece perde l’8,5%.

La nota trimestrale pubblicata si sofferma poi sulle grandi città e relativi hinterland. Complessivamente, nel secondo trimestre dell’anno, aumentano del 3,8% le compravendite di abitazioni nelle otto maggiori città italiane, mentre i comuni delle rispettive province perdono l’1,2%. Spiccano i rialzi di Firenze (+12,6%), Bologna (+10,8%) e Genova (+10,3%), seguiti da quelli di Palermo (+7%), Milano (+6,9%) e Roma (+3,9%). Di contro, a Torino e a Napoli le vendite di case sono in discesa, rispettivamente del -5,5% e del -6,3 per cento. Nelle province delle principali citta’ le perdite piu’ elevate si registrano in quella di Bologna (-6,7%) e di Genova (-4,8%). Più contenute invece sono le flessioni negli “hinterland” di Milano (-2,9%), Torino (-2%) e Palermo (-1,7%). Positivo il mercato nelle province di Napoli (+2%) e Roma (+0,9%), ma il primato spetta a quella di Firenze che raggiunge il +9,7% rispetto al secondo trimestre 2013.

«I dati dimostrano purtroppo che il mercato è totalmente bloccato, salvo che in piccoli settori e zone del tutto ininfluenti sulla sostanza delle cose – commenta il presidente di Confedilizia,Corrado Sforza Fogliani – La gente non ha fiducia e non l’avrà finché non riceverà un segnale forte, come potrebbe essere la riduzione delle rendite anche solo di qualche punto percentuale».