Si rinuncia agli immobili per non pagare le tasse

L’allarme che sta lanciando Confedilizia è molto grave, nonché molto triste. Eppure pare essere la dura realtà. Secondo l’Associazione che riunisce i proprietari di immobili molti di questi, schiacciati dal peso delle tasse, decidono di rinunciare alla loro proprietà in favore dello Stato, in modo da togliersi di mezzo oneri e costi eccessivi che vanno a intaccare inutilmente il proprio budget familiare.

Qualche tempo fa parlavamo proprio dell’iniziativa di Immobiliare.it e Unicef, associazione che riceve in eredità degli immobili su cui comunque bisogna continuare a pagare le tasse come Imu e Tasi. Immaginiamo che il lascito venga fatto a un precario, magari da un nonno che possedeva una casa in un paesino sperduto dove non sarebbe possibile né vendere né affittare. A quel punto, al di là del valore affettivo e dei ricordi d’infanzia che possibilmente sono custoditi nell’immobile, questo diventa solo un peso, senza contare che spesso viene considerato anche seconda casa, quindi maggiormente tassata. Oppure si immagini il caso di un dirigente che un tempo poteva permettersi più immobili e che ora, complice la crisi che ha tagliato molti posti di lavoro, non può più permettersi di pagare le imposte. Le situazioni difficili sono molte ed è per questo che Confedilizia continua a ricevere moltissime richieste di informazioni sulle pratiche di cessione dell’immobile allo Stato, procedura che in ogni caso ha un costo non basso, come sottolinea la stessa associazione.

Ma c’è chi ovvia al problema con soluzioni molto più preoccupanti, come ad esempio l’abbattimento dell’immobile, o il renderlo inagibile. Non dimentichiamo i molti imprenditori che nel Nord-Est si sono trovati costretti a scoperchiare i loro capannoni per essere esonerati dalle imposte.